Specchio

Ed ecco sul tronco
si rompono le gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.

(Salvatore Quasimodo dalla prima raccolta intitolata Acque e terre-1930)

(…) Specchio può essere letta come una poesia di rinascita. Lo sguardo del poeta si concentra sull’incanto dei piccoli germogli che nascono alla luce del sole facendo risplendere i rami che parevano secchi e morti. Salvatore Quasimodo descrive la primavera come il compiersi di un miracolo: è ciò che ridona vita a un paesaggio fermo, congelato nel lungo inverno, che pareva destinato a una perenne immobilità. La vita invece ritorna, all’improvviso, in un momento inaspettato. La natura sembra essere attraversata da un brivido vitale che la anima e la rivitalizza (…)

(…) Il poeta avverte l’affinità del proprio spirito con la natura circostante e capisce che la felicità, come la primavera, arriva all’improvviso senza bussare. In quel nuovo verde, appena nato, il cuore finalmente riposa, lieto (…)

(…) C’è un miracolo che solo la natura e la forza della vita è in grado di compiere: ed è quello della nascita. In questa breve lirica, carica di significati simbolici, Salvatore Quasimodo descrive un’epifania spirituale. Anche l’uomo rinasce nella primavera (…)

(…) Tutti noi in fondo possiamo riconoscerci nella tenacia della piccola gemma che spacca la scorza e si affaccia alla luce tiepida del sole mattutino: perché siamo nati una volta, e senza saperlo rinasciamo sempre nuovi a ogni risveglio (…)

(frammenti tratti dalla recensione di SoloLibri https://www.sololibri.net)

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